Schischok di Joana Karda a Bologna alla libreria Ubik
3 marzo 2018, ore 17.00 presentazione del libro SCHISCHOK del collettivo Joana Karda alla libreria Ubik a Bologna.
Intervengono il Prof. Fulvio Pezzarossa e WU MING 2.
Joana Karda è il primo collettivo in Italia di scrittura meticcia femminile ed è formato da Claudia Mitri, Vanessa Piccoli e Lolita Jaskin (alias Lolita Timofeeva). Il suo primo libro « Schischok » è un progetto sperimentale che si snoda in due parti: la prima parte narra la storia di Schischok, uno spiritello dispettoso che si trova a vivere a Bologna in un appartamento con tre coinquilini, di lingue, culture e percorsi di vita completamente diversi. Attraverso litigi, malintesi e viaggi onirici i tre riusciranno a sconfiggere tensioni e pregiudizi. Nella seconda parte, attraverso i loro scambi di mail, le autrici svelano le dinamiche del loro metodo di scrittura. Il lettore può entrare passo dopo passo nell’immaginario delle scrittrici ed essere partecipe delle scelte e delle rinunce necessarie per realizzare il racconto. Il libro è inoltre arricchito con i disegni di Lolita Timofeeva.
Il collettivo Joana Karda, nasce nel 2012 all’interno del laboratorio di scrittura meticcia, organizzato dall’associazione Eks&Tra in collaborazione con il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Bologna e tenuto da Giovanni Cattabriga (Wu Ming 2).
Libreria UBIK, Via Irnerio, 27, 40126 Bologna
INFO: 051 251050
SCHISCHOK, EunoEdizioni, 12,5×19 in brossura cucita, pagine 104
Disponibile su :
SetUp 2017 a Bologna. Viaggio nel Paese delle Meraviglie alla scoperta dell’ arte contemporanea
di Kengarags
SetUp ci accoglie con l’odore pungente di birra e di porchetta. Sono queste le prelibatezze proposte all’ingresso della stazione dove si svolge la manifestazione artistica.
Per chi non lo sapesse: SetUp Artfair Contemporary è allestita al primo piano dell’Autostazione di Bologna, nel labirinto degli ex uffici. L’edificio è stato costruito negli anni sessanta e porta tanti segni del “fascino del tempo”.
Scherzando con gli espositori abbiamo individuato diversi particolari di degrado, degni di essere esposti come vere e proprie opere d’arte: dalle infiltrazioni pittoriche sul soffitto alle grosse corde che sostengono un muro verde in compensato.
Ma lasciamo stare l’inospitalità del contenitore e passiamo al contenuto – fresco, vivace e gioviale.
La crescita di questa manifestazione, nata cinque anni fa, è evidente: i prezzi contenuti rispetto ad Arte Fiera incoraggiano sia la partecipazione delle gallerie, sia il collezionismo. In questa edizione SetUp può vantare un notevole salto di qualità e anche l’incremento delle presenze straniere – sono raddoppiate rispetto all’anno scorso. L’attenzione particolare per l’arte giovane è il segno di lungimiranza degli organizzatori che hanno scelto di investire nel futuro e contemporaneamente caratterizzarsi con un format speciale.
Appena entrati ci imbattiamo in un gigantesco Kalashnikov rivestito con innocenti sorpresine colorate in plastica (opera di Fabrizio Fontana). L’atmosfera è rallegrata dalle voci dei bambini. Per i piccoli visitatori è stato creato uno spazio speciale, dove si svolgono divertenti laboratori dedicati all’equilibrio, il tema guida di quest’anno di SetUp.
Ci muoviamo con cautela tra gli stand striminziti cercando di non urtare le opere esposte. L’equilibrio è importante. Proseguiamo come nel Paese delle Meraviglie. L’installazione di Hannes Egger ci trascina in una visita immaginaria all’ Ermitage di San Pietroburgo. La voce recitante attraverso gli auricolari coinvolge la nostra fantasia e ci costringe ad immaginare anche le opere che non conosciamo o non ricordiamo.
I galleristi e gli artisti sono molto friendly e ci accompagnano con spontaneità nel nostro percorso. Impalpabili composizioni di carta ritagliata, opere di Elisa Mearelli, ci fanno fluttuare nel mondo della leggerezza.
Vincenzo Paonessa risveglia il nostro inquietante legame con la natura primordiale
Flavia Bucci trasforma la quotidianità in un rituale. Ci tratteniamo a curiosare tra le immagini, a prima vista insignificanti, ordinate in una composizione che svela i segreti inconfessati di una persona.
Un effetto simile provoca anche l’opera di Mohamed Larbi Rahali. L’artista presenta il suo racconto personale disegnando all’interno delle scatole vuote dei fiammiferi.
Fuliggine, carta, plastica, ceramica, corda – sono alcuni dei mezzi usati dagli artisti per esprimersi. La sperimentazione qui è di casa. Nuno Gil eleva il ruolo della semplice graffetta: la fa diventare un elemento che crea il ritmo nelle sue opere.
Giulia Manfredi conduce la sua ricerca intrappolando nella resina i frammenti della natura, aprendosi alla riflessione sulla vita e la morte.
Nello stand della ART and ARS gallery troviamo l’essenza dell’ equilibrio: sia nell’ allestimento, sia nelle opere.
Arte di Stefano Gioda fa godere la vista e stimola la mente: unisce l’eccellente tecnica all’invenzione. Delle sue creature fantastiche si potrebbe dire che sono mostruosamente raffinate.
Il teatrino di José Luis Serzo presenta uno spettacolo onirico che vogliamo approfondire. Sono tanti gli artisti che suscitano la nostra curiosità. Alcuni li abbiamo visti già nelle edizioni precedenti, altri li abbiamo conosciuti ora.
Ci avviamo verso l’uscita, ma ecco che una fotografia di Jorge Fuemuena cattura la nostra attenzione: raffigura una casa-groviglio. Riflettiamo sul parallelo con le atmosfere di desolazione e degrado nei dipinti di Jonas Burgert (attualmente esposti al MAMBO) e con le installazioni di Peter Buggenhout che comunicano la distruzione (al Palazzo de’ Toschi). Sono le opere che rispecchiano il mondo in cui viviamo, la confusione che ci minaccia. Ma siamo fiduciosi e ci diciamo: “La bellezza salverà il mondo”, citando Dostoevskij.
E’ finita la nostra visita nel Paese delle Meraviglie, siamo stati dentro tre ore circa. Il venditore di porchetta nell’atrio si mette in posa per una foto. “Sono vegetariano” ci confessa.
No Borders per AMACI. All’insegna del dialogo interculturale
Vernice sabato 6 ottobre 2012 ore 18.00
in occasione della Giornata del Contemporaneo AMACI
GALLERIA CAVOUR
INTERNATIONAL ART CENTER & GALLERY
inaugura sabato 6 ottobre alle ore 18.00 presso il Galleria Cavour International Art Center & Gallery, con il patrocinio del Corpo Consolare dell’Emilia Romagna, Reale Consolato di Danimarca e Reale Consolato di Norvegia, una grande mostra dedicata all’arte contemporanea internazionale nell’ambito dell’ ottava edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’arte Contemporanea Italiani, la manifestazione che vede il coinvolgimento dei 26 musei associati ad AMACI (MACRO – MART – MAMBO – PALAZZO DELLE PAPESSE – PAC – MUSEION – CASTELLO DI RIVOLI etc….) e di numerose altre organizzazioni e istituzioni italiane che operano nel settore dell’arte contemporanea a livello internazionale.
Il GALLERIA CAVOUR INTERNATIONAL ART CENTER & GALLERY in collaborazione con Gallerie aderisce da anni a questo importante progetto; quest’anno la giovane curatrice Raimonda Z. Bongiovanni ha ideato una proposta molto particolare, dal respiro internazionale relativi ai patrocini, alla Galleria Cavour e alla Giornata del Contemporaneo.
Il GALLERIA CAVOUR INTERNATIONAL ART CENTER AND GALLERY si trova nella prestigiosa Galleria Cavour, a Bologna, galleria con il più alto tasso di marchi di lusso in Europa.
L’Art Center si trova su due piani: quello al PIANO TERRA è riservato agli ARTISTI FAMOSI per le mostre a livello internazionale, dirette da Raimonda Z.Bongiovanni , su sua selezione ed indicazione.
La mostra sarà intitolata NO BORDERS poiché sarà una mostra dedicata ad un dialogo interculturale fra artisti famosi appartenenti a vari paesi di tutto il mondo. Questo è lo scopo della mostra: artistico, culturale, economico, diplomatico e di armonizzazione e dialogo fra le culture.
Grandi gli artisti con tutte le forme d’arte d’arte: fotografia, pittura, scultura, architettura, disegno con i seguenti artisti provenienti da molte parti del mondo:
Dan Allon, Vincenzo Baldini, Davide Bramante,David Berkovitz, Mark C.Cottle, Jean Luc Darkan, Claudio Di Carlo, Grelo, Serge Gualini, Peer Koglin, Mikayel Ohanjanyan, Luigi Petracchi, Israel Rabinovitz, Joachim Silue , Jan Vercruisse, Lolita Timofeeva
Sede:GALLERIA CAVOUR ART CENTER AND GALLERY – GALLERIA CAVOUR – PIANO TERRA Bologna
Tel. 051 264681 – Fax. 051 264681
Info line: http://www.galleriabongiovanni.com – info@galleriabongiovanni.com
“Gioie di Lò” by Lolita Timofeeva, minisculture di osso e oro da indossare
Lolita Timofeeva, artista lettone, stabilitasi da anni a Bologna, ha lanciato una sua linea di gioielli – “Gioie di Lò”. Usando materiali innovativi in quanto arcaici e quasi non considerati, guidata dalla visione trascendente della creatività, ha realizzato vere e proprie sculture in miniatura di un’originalità assoluta.
La abbiamo intervistata nel suo studio, a Bologna.
Alberto Parisi. – Dunque, cara Lolita, questo è un esordio o qualcosa che deriva da esperienze precedenti?
Lolita Timofeeva. No, questo non è un debutto. In passato ho già disegnato gioielli, che sono stati poi realizzati da orafi vicentini e presentati dalla mia gallerista olandese. La differenza è che questi gioielli ora li eseguo io, personalmente.
A.P. – Quindi si è cimentata anche nell’arte orafa?
L.T. No, no! L’oro, nel mio caso, è usato come rifinitura finale. Lavoro con osso che, dopo trattamenti appropriati, alla fine ricopro con foglia d’oro zecchino 24 carati, con la tecnica che si usava per le antiche icone russe. Si tratta di piccole sculture, impreziosite con oro. Ogni esemplare è unico, le forme possono essere simili ma mai uguali.
A.P. – Perché l’osso? Come è nata l’idea?
L.T. Perché in questo periodo sto lavorando a un progetto, per il quale realizzo sculture e installazioni con le radici degli alberi e osso. Così, manipolando questi materiali e osservando la loro intrinseca bellezza, mi è sorta l’idea di trasferire le mie creazioni in una scala minore, anzi minima, per produrre qualche gioiello per me stessa. I materiali sono leggeri rispetto ad ogni altro usato in oreficeria, quindi si possono creare volumi abbastanza importanti anche per gli orecchini senza soffrirne il peso. Per nobilitare la materia l’ho ricoperta d’oro, ho aggiunto alcune pietre naturali ben tagliate, montandole con dettagli in argento e ho iniziato a indossare questi gioielli. Mi sono resa conto che queste creazioni non passavano inosservate. Un giorno li ha notati una mia amica che ha un piccolo negozio, “Angelique”, in via Orefici a Bologna ed ha insistito per averne. Così ho ricevuto lo stimolo per creare una vera e propria prima collezione ragionata.
A.P. – Fin dall’antichità gli uomini hanno avuto il desiderio di adornarsi e i primi gioielli venivano realizzati proprio in osso oppure in legno, corno e avorio. Quindi è un ritorno alle origini primordiali?
L.T. – Esatto. Sembra che l’uomo primitivo abbia pensato di adornarsi prima ancora di vestirsi. La storia della gioielleria risale a ventimila anni prima della nascita di Cristo. Nell’antichità l’osso si riteneva materiale apotropaico (dal greco αποτρέπειν, apotrépein = “allontanare”), in quanto rappresentava ciò che “sopravviveva” alla morte fisica, quindi con potere di scongiurare, allontanare o annullare influssi maligni. Le ossa di alcuni mammiferi erano levigate, lavorate e utilizzate per collane-amuleto. Erano ritenute dotate di qualità magiche e divinatorie. A parte il loro potere esorcizzante, mi affascina l’idea di trasmutare la morte in vita, la fine in oro, di compiere un rituale nel quale, dopo la morte, c’è la rinascita.
4 Московская биеннале современного искусства. Выставка Лолиты Тимофеевой “Opus alchymicum” в проекте “Behind the mirror”
23 сентября 2011 года в 15:00 в Белом зале Библиотеки иностранной литературы в рамках 4 Московской биеннале современного искусства открылась выставка Лолиты Тимофеевой “Opus alchymicum”.
Лолита Тимофеева родилась в Риге (Латвия). С 1991 года живёт в Италии. С 1993 года участвовала в многочисленных персональных и коллективных выставках. В 1997 году она представляла Латвию с персональной выставкой в рамках XLVII Биеннале в Венеции. Работы художника находятся в музеях и частных коллекциях по всему миру.
Художник Лолита Тимофеева упряма и верна духовным ценностям. Чувства и страсти, которые сталкиваются друг с другом в её работах, ранят и сами ранимы. Художник исследует метафизическое измерение мира, её поэзия относится к сфере символов и архетипов, её исследования переплетаются с изучением текстов аналитической психологии и
философии.
По случаю участия Лолиты Тимофеевой в четвертой Московской Биеннале современного искусства издательством Аллеманди (Италия) выпущенная книга, которая воспроизводит 29 её картин, 47 работ на бумаге и одну инсталляцию. Проект сопровождается эссе профессора Артуро Шварца, который делает следующее заключение: «Среди всех художников, которых я знал, никто, кроме Марселя Дюшана, чьё творчество отличается менее рациональным характером, не создавал настолько сложное, органичное, целостное произведение, как и Лолита Тимофеева».
«Когда я работаю, то стремлюсь отстраниться от современной культуры, стараюсь найти иной поэтический язык, как можно более абстрактный и отдаленный от реальности. Работы, вошедшие в этот проект, лежат вне конкретного культурно-исторического контекста и стремятся к универсализации и обобщенности смыслов. Я интерпретирую реальность посредством использования аналогий и сопряжения ассоциаций. В момент сближения между факторами, принадлежащими противоположным смысловым измерениям, которые в нормальной ситуации никогда бы не оказались сопряжены, передо мной возникают сложные, двойственные и темные образы, лишенные логического смысла и почти недоступные для понимания, однако они меня захватывают, становясь вскоре «открытыми образами». Человеческий разум – огромный резервуар, наполненный воспоминаниями и ощущениями, непостижимое вместилище индивидуального бессознательного и исторической памяти. Каждый из нас наделен способностями для свободной интерпретации образов посредством личной символики. Зритель имеет возможность наполнить каждый образ собственным содержанием, но в любом случае всегда придет к тому же значению. По той самой причине, что я исследую мир архетипов, то есть коллективную память, нечто всеми узнаваемое на подсознательном и генетическом уровне, независимо от происхождения и культуры. В любом случае всякий раз это будет индивидуальный, хотя и разделенный с другими опыт». (Лолита Тимофеева)
Выставка продлится до 16 октября 2011г.
Тел. для справок:
(495) 915-35-17 (Выставочный центр Библиотеки иностранной литературы)
Адрес: Николоямская ул., д.1; ст.м. «Таганская», «Китай-город», тролл. № 63, 16, 45
“Opus alchymicum” di Lolita Timofeeva in Biennale di Mosca 2011
In progetto speciale “Behind the mirror” alla Rudomino All-Russia State Library for Foreign Literature
di Kengarags
Lolita Timofeeva, artista lettone, ma bolognese di adozione quest’anno partecipa alla IV Biennale di Arte Contemporanea a Mosca con progetto “Opus alchymicum” all’interno del progetto speciale, tutto italiano, “Behind the mirror”. Curatore – museologo, storico e critico dell’arte Maurizio Vanni coinvolge tre artisti: Francesco Attolini, Christian Balzano e Lolita Timofeeva chiamati a confrontarsi sul tema della biennale di quest’anno “Rewriting worlds”. Dal 23 settembre al 16 ottobre 2011 le installazioni dei tre artisti saranno ospitate all’interno della Rudomino All-Russia State Library for Foreign Literature di Mosca. Il progetto, organizzato in collaborazione con Lu.C.C.A – Lucca Center of Contemporary Art.
Lolita Timofeeva è una pittrice ostinata e fedele ai valori spirituali della vita, alla persistenza dei sentimenti e delle passioni che si scontrano gli uni contro gli altri nelle sue immagini con una sensibilità vulnerabile e vulnerante. Il volume, edito da Allemandi Editore, che esce in occasione della partecipazione di Lolita Timofeeva alla IV Biennale di Mosca, riproduce 29 dipinti, 47 opere su carta e un’installazione. La pubblicazione sarà presente ad Artelibro 2011 a Bologna (dal 23 al 25 settembre).
L’artista indaga la dimensione metafisica del mondo, la sua poetica appartiene all’ambito dei simboli e di archetipi, la sua ricerca si intreccia con gli studi dei testi di psicologia analitica e di filosofia. Il progetto è accompagnato da un saggio del prof. Arturo Schwarz che così lo conclude: “Tra tutti gli artisti che ho conosciuto, nessuno, salvo Marcel Duchamp – ma nel suo caso, in modo diverso e più criptico – ci ha donato un’opera talmente organica e dalla valenza tanto complessa e iniziatica quanto quella di Lolita Timofeeva. A lei, che rappresenta un caso raro nella crescente volgarizzazione dell’esercizio artistico, un mio plauso riconoscente.”
TRENTA ARTISTE PER SANTO STEFANO. CHIOSTRO DI SANTO STEFANO. BOLOGNA
dal 2 Dicembre 2010 al 15 Dicembre 2010
1° Dicembre: vernissage ad inviti e nella stessa serata battuta d’Asta Sotheby’s di tutte le opere.
Dal 2 al 15 Dicembre: mostra aperta al pubblico.
Elenco delle artiste che hanno dato la disponibilità ad offrire una loro opera d’arte:
Wanda Benatti, Paola Bergami, Luisa Bergamini, Anna Boschi, Milena Buti, Giovanna Caimmi, Annalisa Cattani, Isabella Ciaffi, Emma Civallero, Franca Forconi, Giovanna Galota, Clara Ghelli, Anna Girolomini, Carla Leonelli, Claudia Marchi, Paola Martelli, Emma Maschio, Patrizia Merendi, Lucilla Mongardi, Lina Osti, Rossella Piergallini, Rosella Re Pistani, Valeria Resca, Antonietta Sabatini, Donatella Schilirò, Giovanna Sciannamè, Sandra Senni, Roberta Serenari, Gianna Solmi, Lolita Timofeeva, Laura Toponi
Con il Patrocinio di: Comune di Bologna – Provincia di Bologna – Regione Emilia Romagna
L’Arte di fare squadra. Ovvero, tutti uniti per salvare non solo un monumento illustre, ma il riconosciuto cuore religioso e storico di Bologna. A raccogliere e rielaborare, in chiave artistica,
l’appello lanciato dai Monaci Benedettini di Santo Stefano, sono state ben 30 artiste bolognesi che hanno deciso di offrire una loro opera d’arte da mettere all’asta per contribuire al salvataggio delle Sette Chiese. Si tratta di un evento che non ha precedenti nella storia della città. Mai infatti, un così
alto numero di artiste era stato riunito per un evento caratterizzato da finalità così alte. A coinvolgerle, selezionando tele e sculture è stato Comunicatori su Misura, nuova realtà della comunicazione bolognese, che ha ideato l’evento ed ha ricevuto il preziosissimo
supporto di Silvia Evangelisti, che ha accettato di essere “madrina artistica” dell’iniziativa.
Trenta opere d’arte donate con il cuore e senza riserve da tutte le artiste coinvolte: in ognuna di loro, tante motivazioni per dire sì, da quelle di tipo personale ed affettivo a quelle artistiche, legate
all’ammirazione che le Sette Chiese suscitano in tutti gli animi più sensibili.
Avviato il progetto, la parola passerà ai nostri concittadini, che già in numerose occasioni hanno saputo rispondere
all’appello dei Monaci di Santo Stefano, con entusiasmo e grande generosità.
Tra ottobre e novembre prossimi, infatti, all’interno del chiostro della Basilica si svolgerà una mostra nel corso
della quale tutti i bolognesi potranno ammirare e iniziare ad affezionarsi a queste opere, per poi essere chiamati a partecipare ad un’asta, che ha l’ambizioso obiettivo di
raccogliere un importante somma da devolvere a favore dei costosi lavori di ristrutturazione di Santo Stefano.
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